Seguendo la tradizione familiare, ha esercitato in Ancona per più di mezzo secolo la professione in utroque iure. Dal suo studio sono usciti alcuni dei più stimati legali di oggi. Altra, non meno significativa, vocazione ha ereditato da quanti l’hanno affettuosamente preceduto a partire da quell’illustre bisnonno che ha fondato e diretto per cinquanta anni “L’Ordine”, storico quotidiano cittadino rimasto di proprietà Vettori fino a che non fu espropriato dal regime fascista. E così, sin da giovanissimo, ha subito il fascino della carta stampata dedicandosi a qualche occasionale intrusione in quel mondo con articoli di costume e di critica su quanto suscitava il suo disincantato interesse. Ha poi punteggiato il percorso professionale con alcuni libretti in cui ha raccolto riflessioni e divagazioni contro le più fuorvianti suggestioni del nostro tempo, con il medesimo ironico garbo al quale è improntato anche la presente miscellanea di parole chiamate a caricarsi di molteplici sensi. Per Pequod ha scritto “Yu yin” (2005), “Un anno fatto a pezzi” (2007), “Anzi” (2010), “Melting pot” (2014), “I pensieri dell’acqua” (2017). Qualche anno prima, per Il lavoro editoriale, aveva giocato con le rime di “O rima o morte”.