Paolo Bellinazzi, studioso eretico già apprezzato da Norberto Bobbio per «L’utopia reazionaria» (Name, 2002), con la sua analisi del rapporto tra l’idealismo di Hegel e la teoria della storia di Marx, si stacca nettamente dalle interpretazioni più note, condivise e univoche, proponendo una lettura critica approfondita e singolare dei testi in una prospettiva ermeneutica transdisciplinare, che si colloca nella terra di confine tra la filosofia della religione e la filosofia della storia. Il testo indaga in maniera dettagliata e scrupolosa un ambito di ricerca, oggetto di studio di una intera vita, restituendo un’imponente e rigorosa opera di scrittura che si pone come difesa ampia dell’idealismo sottratta ad eccessi di logicismo e di dialettismo. Originale e apprezzabile è anche il linguaggio utilizzato che, pur rispondente e consono alla complessità della materia trattata, è allo stesso tempo brillante e comunicativo, per certi versi dissacratore e provocatorio, non privo di ironia e autoironia.