Ancona (e dintorni) nel biennio 1968-69

“Nostalgia del ’68? Sì e lo dico in modo assolutamente liberatorio. Tanto più oggi in cui non è più di moda o politicamente corretto il dirlo. E se anche non lo ammettono esplicitamente questo è il filo conduttore che lega gran parte dei brevi saggi e delle testimonianze qui raccolte. Emblematica, fra tutte, è quella di Alfredo Mazzoni: “Ma a parte tutto ciò, come non posso ricordare quel periodo con grande nostalgia e rimpianto. Il problema è che oltre 40 anni fa non solo eravamo più giovani e più idealisti, ma eravamo anche un gruppo umano compatto”.
Non dunque la semplice nostalgia di un’età ormai definitivamente trascorsa, ma nostalgia di quel senso della collettività che viene a maturazione in quegli anni. È questo secondo me il vero lascito di quel periodo e da cui si dipanano le scelte fondamentali che lo caratterizzeranno: il rifiuto di una società mercatizzata e mercificata, ma al tempo stesso arretrata sotto il profilo della morale corrente, della cultura e anche del dibattito politico”.