Torna alla luce a distanza di settanta anni un documento straordinario, il diario che Magda Minciotti, giovanissima partigiana di Chiaravalle, scrisse durante la sua prigionia in mano alle SS e la deportazione per lavoro coatto nei lager Siemens a Norimberga e Bayreuth. Racconta la solitudine, la nostalgia, lo sconforto, il dolore per la morte del fratello deportato con lei, insieme alle strategie messe in atto per resistere alla disumanizzazione. Nel clima di generale indifferenza con cui la società del dopoguerra accolse il ritorno dei deportati, Magda conservò il diario in silenzio, per lunghissimi anni, consegnandolo al figlio poco prima della sua morte. Col corredo di altri documenti si disegna anche la biografia di Magda, a partire dalla sua formazione in una famiglia che aderiva agli ideali mazziniani e partecipò compatta alla Resistenza in provincia di Ancona.
La vicenda di Magda ci apre alla conoscenza della deportazione per lavoro coatto praticata dai nazisti in tutta Europa, subita massicciamente anche da uomini e donne italiane, a cui la storiografia ha da poco iniziato a rivolgere la sua attenzione.