Il volume si avvicina alla letteratura dantesca in modo nuovo e curioso: pochi, infatti, conoscono lo stretto rapporto che lega il Sommo Poeta alle Marche, terra ricca di cultura e tradizioni che, al tempo di Dante, costituiva un tessuto territoriale ricco di attrattive. Qui nacquero forme letterarie come i ‘fioretti’ ed ebbe origine il celebre ‘Ritmo di Sant’Alessio’. All’epoca, inoltre, le Marche potevano vantare un porto importante come quello di Ancona, da cui si imbarcavano molti toscani, soprattutto mercanti. Ma i rapporti tra Marche e Toscana erano anche di natura politica: sovente, rappresentanti di una regione si recavano a governare l’altra, e viceversa. È curioso poi che, sebbene le Marche non avessero nel 1300 confini politici ben delineati come oggi, Dante, nella Commedia, mostra di averli ben presenti e incornicia le Marche tra la Romagna e quel di Carlo, ossia i due territori confinanti a nord e a sud; e ancora, pone come confine meridionale i due fiumi Tronto e Verde (oggi Garigliano). Attraverso la lettura di alcuni passi delle sue opere, si evince una sua conoscenza diretta di personaggi e luoghi marchigiani: la descrizione è talmente precisa e puntuale che non può che derivare da un’esperienza personale. Dall’opera di Dante si può tentare così di ricostruire alcune lacune della sua vita privata, specialmente riguardanti la parte oscura dell’esilio, della quale si hanno poche notizie certe: presumibilmente Dante si è recato nelle Marche proprio in questo periodo, essendo egli in esilio nei vicini territori romagnoli.
Ancora oggi, nel riecheggiamento dei suoi versi, le Marche testimoniano un antico e profondo amore per Dante: spesso nelle campagne si sentono vecchi contadini citare a memoria i versi della Divina Commedia. Proprio in questo risiede la più certa e reale presenza di Dante nelle Marche: nel profondo radicamento nel cuore dei marchigiani.
Dante e le Marche
€18,00
pagine | 152 |
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isbn | 978-88-7326-161-2 |