In questo 2024 pieno di incertezze e di ansie, in un mondo che sempre meno corrisponde ai quei valori che dovrebbero essere irrinunciabili, si ricordano i quaranta anni dalla morte di Enrico Berlinquer, l’uomo che ancora oggi incarna per tanti l’esempio della buona politica. […] Una conferma in più di quanto fascino ancora eserciti il suo impegno per l’interesse generale e per la difesa delle Istituzioni democratiche e della Costituzione, in questi anni troppe volte messe in discussione con superficialità quando non con dolo. Così oggi si dovrebbe riflettere molto anche sulla attualità di un suo pensiero espresso allora in una intervista su Repubblica. Enrico dice «per incidere sulla struttura politica di un Paese bisogna avere il massimo della forza e del consenso di massa. Se quel consenso è debole la forza si trasforma in velleità. L’esperienza dei socialisti ce lo insegna, il loro distacco da noi li ha trasformati antropologicamente, non hanno curato i vizi del Paese, al contrario sono stati coinvolti nell’ingranaggio che avrebbero voluto e dovuto modificare.»
Ora in campo ci sono altre forze e la malattia del governismo ha avuto nuovi volti ma è facile vedere la puntualità di questa considerazione e la conseguente debolezza e fragilità del quadro politico attuale. Ecco l’importanza, direi meglio la necessità di far nuovamente parlare Enrico Berlinguer, questo il compito che l’Istituto Gramsci Marche ritiene qui di assolvere almeno in parte, facendo uscire dagli archivi i testi originali e dandogli voce sulle grandi questioni affrontate negli anni della sua segreteria, fino agli interventi svolti in diverse occasioni nelle piazze delle Marche.