«La solitudine come contraccolpo prodotto su di sé da quel divorante osservatorio è il segno di una carenza di amore patita da sempre, forse dall’infanzia. Così si svela ad ogni passo la radice di quel tornare a guardare, a sfidare il rischio di scoprirsi più a fondo come “una mente ricca di pensieri e desideri in guerra con la realtà”».
Dalla Prefazione di Fabio Ciceroni