Gino Tommasi (Annibale) guidò la Resistenza marchigiana dal settembre ‘43 al febbraio ‘44. Arrestato su delazione, iniziò la sua odissea tra i carceri italiani, il campo di transito di Fossoli, e poi l’internamento a Mautahusen, Wiener Neustadt, Steyr, Gusen III.
Durante i tredici mesi di prigionia in condizioni di salute sempre più precarie, Tommasi continuò sempre la sua battaglia per la democrazia.
Straordinaria è la testimonianza di un suo compagno a Wiener Neustadt: “Quindi si era fatta una gerarchia, c’era il capo, non eletto non riconosciuto, cioè non… palese, ma riconosciuto da tutti, che era una o due persone, un ingegnere di Ancona, un avvocato di Milano, quando c’era un momento…, più che altro nelle ore di rifugio. Allora veniva fuori la storia, ci insegnavano. Ci insegnavano [si corregge] parlavano dell’antifascismo, parlavano della democrazia, parlavano dei partiti, parlavano…].
Morì il 5 maggio 1945, tre ore prima della liberazione dei campi di Gusen.