Dal Portogallo alla Turchia, dalla Germania alla Romania, dal Marocco all’Italia: un viaggio alla scoperta di una delle figure più discusse e misteriose dell’antichità.
Le iscrizioni innalzate in tutti gli angoli dell’impero forniscono nuovi spunti di ricerca su colui che è stato definito “Apostata” e insieme “santo pagano”, suscitando, nella sua epoca e in quelle successive, critiche infamanti ed elogi smisurati.
Flavio Claudio Giuliano, filosofo e scrittore, a soli trent’anni conquista le redini del più grande impero del mondo con l’obiettivo di riportare in auge l’antica religione di Roma.
Le imprese belliche, l’emanazione di decreti, le riforme a favore delle città e soprattutto il suo tentativo di riforma religiosa trovano precisi riflessi negli appellativi epigrafici a lui rivolti. Miliari, altari, lastre marmoree, gioielli e basi di statua riportano testi con cui colonie e municipi, funzionari locali e governatori provinciali vollero rendere omaggio al regnante filosofo.
Le iscrizioni in greco e latino, come gli autori contemporanei, risentono della propaganda diffusa da Giuliano e dagli intellettuali vicini all’ultimo regnante pagano della storia.
L’intento dietro a ogni testo letterario, numismatico ed epigrafico non era mostrare ciò che Giuliano fece realmente, ma ciò che voleva fare, non tanto l’imperatore che fu, ma quello che voleva essere…