Perché un incontro con l’intellettualità marchigiana? Essenzialmente perché lo richiede il tempo che stiamo vivendo, con la crisi che rischia di restringere gli orizzonti, costringendoci a fissare lo sguardo irretito su questioni primarie ed essenziali. Ecco, allora, la duplice esigenza: tentare di superare l’ipnosi della crisi, ridando respiro al pensiero e forza all’immaginazione, e interrogarci su come la cultura possa costituire davvero una delle chiavi di volta per superare questa fase e progettare uno sviluppo futuro.
“Dove cresce il pericolo cresce anche ciò che salva”, diceva il poeta, e di fronte ai tanti che ci ricordano che “nulla resterà come prima”, il tentativo di questo volume è quello di misurarsi con la prospettiva del cambiamento e con le risposte che esso richiede.
Le politiche culturali possono essere elemento di innovazione e crescita: è necessario aprire il nostro tessuto produttivo a nuove iniziative e contaminazioni, coinvolgendo professionalità, giovani, competenze e talenti, puntando sul rapporto strategico tra pubblico e privato, includendo nuovi soggetti ed esperienze, innestando cultura nel mondo dell’economia.
Una sfida ardua da affrontare, con l’auspicio che la cultura possa riaffermarsi tra le priorità dell’investimento pubblico, pur nella fase drammatica che stiamo vivendo, consapevoli che bisogna fare meglio, avendo poco. Con l’aiuto degli intellettuali si è cercato di compiere un passo ulteriore nella direzione della riorganizzazione dell’intervento regionale nella cultura e della ridefinizione condivisa delle politiche culturali in tempo di crisi, riscrivendo obiettivi, funzioni e possibilità, in una prospettiva di medio periodo che guardi alle Marche del 2020.
La cultura per ripartire
€20,00
pagine | 232 |
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isbn | 978-88-7326-207-7 |