Chiara sta dimenticando il suo passato. Dove sono le chiavi di casa, dove gli occhiali? A mandare nell’oblio gesti abituali, luoghi e nomi è l’Alzheimer. Ma un nome lo ricorderà sempre: quello di Tiziana, sua figlia, la quale registra tutto nei suoi diari. Per lei la scrittura diventa una necessità e un conforto. L’arrivo delle badanti polacche, la decisione sofferta del ricovero in una casa di riposo, il presente che si sgretola, le ore regolate dai rigidi schemi imposti dalle istituzioni, le gioie e i dolori di una vita intera; ma anche incontri casuali, richiami della natura, libri, coincidenze e sogni… Esiste in questa storia un’aria lieve tra le parole, stranamente leggere, che raggiungono una pienezza singolare, un volo pieno di grazia e discrezione verso il mondo altrui: Tiziana si pone in ascolto, senza altri confini che la fiducia in una serena corrispondenza. L’azzurro dei giorni scuri è una lunga lettera d’amore alla madre ritrovata; un’esperienza intensa, umanissima, continuamente sfiorata dal mistero.
Consigliato da: Federazione Alzheimer Italia, Associazione Goffredo De Banfield, Biblioteche della Provincia di Reggio Emilia. È inserito nella bibliografia di medicinanarrativa.eu e in P. Taccani, M. Giorgetti (a cura di), «Lavoro di cura e automutuo aiuto. Gruppi per caregiver di anziani non autosufficienti», Franco Angeli, 2010.