La storiografia italiana non ha prestato molta attenzione al ruolo svolto dalle ACLI (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani) nella vita sociale, politica e religiosa del nostro Paese. In qualche caso, ciò è accaduto per evidenti pregiudizi ideologici, ma più spesso – come ha scritto di recente Carlo Felice Casula – ha influito “la insufficiente percezione, da parte di alcuni ambienti intellettuali, della specificità delle ACLI” e della loro originalità “all’interno del mondo ecclesiale e cattolico e del movimento operaio e sindacale”. Altrettanto è avvenuto nella realtà marchigiana; eppure è un dato ormai acquisito che il dinamismo economico delle regioni della Terza Italia poggia su particolari caratteri sociali, come un diffuso tessuto associativo, nel quale a pieno titolo vanno collocate le capillari strutture delle ACLI.
Il libro ripercorre la storia delle ACLI sia in un’ottica regionale sia approfondendo le vicende dell’Associazione nelle quattro province marchigiane. Per evitare il rischio dell’autoreferenzialità e della chiusura nella dimensione associativa, nella seconda parte il volume contiene gli interventi di quattro studiosi delle Marche contemporanee (Paolo Magnarelli, Massimo Papini, Costantino Di Sante ed Ernesto Preziosi), che sono stati invitati a inserire la storia delle ACLI in un contesto sociale e politico più ampio, attento anche alle vicende regionali e nazionali.
Dopo aver analizzato l’attività di alcune delle più importanti strutture di base (i “Circoli”), il libro traccia infine un profilo dei principali dirigenti provinciali e regionali del Movimento aclista. Il quadro delineato da questa indagine si rivela per molti versi sorprendente.
Le ACLI nelle Marche
€15,00
Esaurito
pagine | 304 |
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isbn | 978-88-7326-063-9 |