“Il libro evoca inevitabilmente il concetto marxiano. Molto attuale, forse. L’Autore, infatti, vuole dimostrare che non già all’organizzazione mezzadrile delle campagne marchigiane si deve l’emergere del modello distrettuale, bensì a una classe imprenditoriale urbana che si era andata formando nel tempo e che, nel momento storico più favorevole (crescita della domanda di mercato negli anni del decollo economico italiano) ha potuto emergere, avvalendosi dell’“esercito industriale di riserva” presente nelle campagne.
Non dunque, come molti esegeti dei distretti hanno teorizzato, un modello di sviluppo dove famiglia contadina in possesso del “saper fare” (conoscenze tacite) e industria hanno generato sinergie tali da determinare il decollo economico delle Marche, oltre che le economie esterne alla base dell’efficienza dei distretti, ma uno sviluppo le cui cause sono da ricercare nel lento ma deciso processo di accumulazione di capitale e di saper fare imprenditoriale che ha caratterizzato alcune zone, esprimendosi poi appieno in risposta a favorevoli condizioni del mercato. Insomma, secondo l’Autore, lo sviluppo delle zone da lui analizzate con tanta cura dei particolari, c’è stato solo in quanto il territorio aveva già maturato un’organizzazione industriale e commerciale, seppur minima, e dunque disponeva già di quei fattori che sono indispensabili al decollo di una qualsivoglia area territoriale: classe imprenditoriale e accumulazione di capitale”.
dalla Prefazione di Mariangela Paradisi
Mettersi in proprio
€20,00
pagine | 160 |
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isbn | 978-88-7326-121-6 |