Dal giovane Narciso della Grecia antica e dei poemi di Ovidio si tende a declinare il narcisismo al maschile: innamorato della propria bellezza Narciso non conosce l’affettività, in una forma d’identità assoluta che disconosce l’altro.
Il libro ci immerge in una narrativa di introspezione che raggiunge gli estremi di un romanzo kafkiano: situazioni incomprensibili per la loro assurdità, allucinanti e perverse, tipiche del narcisismo al femminile. Qui infatti è la donna a esprimerlo patologicamente, tessendo una tela tossica fatta di sessualità passionale, dipendenza psicologica e manipolazione affettiva.
L’autore lascia la confort zone dei precedenti romanzi storico-finanziari e ritraccia un percorso di riflessioni nelle labirintiche problematiche che affollano le nostre menti: una storia d’amore piena di emozioni, sogni, speranze, alla ricerca del sentimento più puro, scuscita pensieri che ci aiutano a ragionare nei momenti importanti, con la mente sì, ma anche con il cuore, amando noi stessi e quello in cui crediamo. Poiché, sia chiaro, tutti nasciamo con una malattia incurabile: l’Amore.