«Questi brevi lacerti offerti dall’ingegno di Canella sono pronti ad afferrare tante cose, circostanze, riferimenti di ogni genere, in voluto ordine sparso […]. Canella mette in queste sue prose limitate tanta buona carne, tanto sapore esistenziale, proprio come un pescatore che sa preparare le esche per accalappiare qualche animale, o frutto, o brano esistenziale di buona consistenza […]. C’è sempre una via di fuga, un tratto sconcertante, un’associazione imprevedibile ma perfettamente godibile, in questo animato ‘purpurì’».
dalla Prefazione di Renato Barilli