«Nell’entroterra marchigiano del Novecento i bambini non erano spettatori di una civiltà, non godevano di uno statuto speciale, di particolare protezione, ma “stavano a giro” per tutte le incombenze, specie quelle riferite agli animali domestici e per tutte le connessioni narrative tipiche di quella vita. Questa infanzia meravigliata e imbevuta, questa infanzia competente, non si è mai estinta, si è prolungata in un’infanzia perenne, divertita e divertente, che non perde la voglia di raccontarsi, specialmente alle nuove generazioni dei bambini e delle bambine».
Dalla Premessa di Angelo Verdini