“Questioni cittadine, condizioni di vita, pregiudizi diffusi, orgogli offesi, cronaca rosa e cronaca nera, riti perduti” di un’Ancona dimenticata. Da un’approfondita ricerca nell’archivio Benincasa, nasce uno studio sulla vita della città dorica nel XVIII secolo. Periodo, questo, particolarmente importante per la città, tenuto conto che nel 1732 papa Clemente XII le riconosce il ruolo di porto principale dello Stato pontificio in Adriatico con la qualifica di “porto franco”. Ne scaturisce un’accelerazione rilevante dell’economia cittadina; i commerci, che da tempo languivano, riprendono vigore, portando in breve Ancona a un ruolo, non più soltanto di mercato locale con l’altra sponda adriatica, ma anche di punto di contatto tra l’oriente e le grandi potenze occidentali (Francia, Inghilterra e Olanda). Ma col passare degli anni, i fattori positivi della crescita cittadina diluiscono, fino a segnare la decadenza economica di Ancona alla fine del secolo.
Quell’amabile dorica società
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