Da tempo si sentiva la mancanza di una storia della Resistenza nelle Marche, che restituisse il quadro di insieme di una regione che per prima in Italia vide il movimento partigiano svilupparsi in ampiezza e profondità, costituendo una sorpresa e un problema nuovo al loro arrivo per gli stessi Alleati.
Banditi e ribelli, patrioti e partigiani, furono in realtà i protagonisti di una scelta personale e collettiva che, nel fallimento delle vecchie classi dirigenti responsabili di aver portato il paese alla guerra e allo sfascio, avviavano dal basso, disobbedienti e partecipi, un moto di rinascita, animati da valori e aspirazioni che non hanno perso di attualità.
Avvalendosi criticamente di innumerevoli testimonianze, studi e ricerche prodotti in questi anni e della nuova documentazione emersa, il libro ricostruisce con una narrazione rigorosa e piacevole gli avvenimenti, i protagonisti, i problemi e le contraddizioni di un movimento e di un periodo centrali nella storia del secolo trascorso.
“La lunga frequentazione della resistenza marchigiana da parte di Giacomini (coautore e curatore, tra l’altro, nel cinquantesimo anniversario, di un’antologia per le scuole per conto dell’Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche) emerge dalle pagine del libro. La materia è a lui ben nota e occorre ricordare che in altre occasioni ha avuto delle importanti intuizioni, storiograficamente rilevanti, in merito al tema della disobbedienza civile nella scelta partigiana, dell’uso del terrore nella strategia d’occupazione tedesca o quello del rifiuto della guerra come radice della Resistenza (in sintonia con i suoi studi sul pacifismo). è evidente come egli cerchi in quest’opera di raccogliere e di mettere a frutto tutto il patrimonio di letture, di conoscenze e di riflessioni maturato in tanti anni”.
(Massimo Papini, Direttore dell’Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione nelle Marche)