a cura di Ennio Pattarin
In una società sempre più multiculturale, dove gli autoctoni sono obbligati a confrontarsi con varie culture migranti, maggiori sono le esigenze di mediazione culturale. Da qui l’esigenza di nuove professioni capaci di mediare tra esigenze istituzionali e bisogni espressi dai nuovi arrivati. Il presente volume, frutto di una ricerca nelle Marche, offre un’interpretazione delle caratteristiche professionali e di vita dei mediatori linguistico-culturali, presenti nella scuola, negli ospedali e negli uffici di segretariato sociale. L’esigenza di questa nuova figura professionale non dipende solo dall’evoluzione del fenomeno migratorio, ma anche dalla trasformazione delle forme di mediazione presenti nelle società postindustriali, ove crescita economica, coesione sociale e partecipazione politica sono tra loro fuori squadra, producendo una crisi di ceto medio. Nascono nuove esigenze di mediazione sia del conflitto sia culturale. Il presente volume parte da un’analisi della crisi di mediazione di ceto in rapporto alle trasformazioni delle società postindustriali, sviluppa nel secondo capitolo una critica della mediazione del conflitto, ipotizzando che in teoria sia proprio la mediazione culturale, per il suo carattere dialogico e di traduzione di culture, a poter svolgere un’azione egemonica su quella del conflitto. I tre capitoli successivi sono il frutto di una ricerca sui mediatori linguistico-culturali nelle Marche, di cui il quinto ad opera di Vittorio Lannutti. Qui si evidenzia il carattere ambivalente e polivalente di questa figura professionale, ove le competenze trasversali sovrastano quelle specifiche. Il volume si conclude con un capitolo di Marneo Serenelli, che, in base alla sua attività di ricerca presso l’IRRE Marche, compie un’analisi comparata a livello europeo dei tentativi di istituzionalizzazione del mediatore linguistico-culturale nella scuola.