Nel 1922 lo scultore romano Ettore Ferrari viene ingaggiato dalla municipalità di Sulmona per realizzare un monumento al poeta latino Publio Ovidio Nasone, che nel borgo abruzzese nacque nel 43 a.C. L’idea di un tributo a Ovidio da parte dei suoi concittadini è però di molto antecedente: già nel 1857 si discute l’idea di una statua commemorativa del poeta, tanto desiderata quanto irrealizzata. Tra comitati promotori e macchinosa burocrazia, il sogno diventa realtà sotto la giunta di Pilade Perrotti, che porta la città di cui è rappresentante a festeggiare, finalmente nell’aprile 1925, l’erezione del monumento al suo vate, nella centralissima Piazza XX Settembre, dove tuttora si trova. Le carte conservate presso l’Archivio di Sulmona hanno permesso di ricostruire l’intera vicenda, che abbraccia un periodo lungo quasi quattro decenni ed arriva fino alle coste del Mar Nero, in Romania, dove un altro Ovidio, anch’esso opera di Ferrari, svetta a ricordare il luogo dove il poeta morì. Questo lavoro ripercorre, tappa dopo tappa, la storia del monumento di Sulmona, avendo come solida base il materiale archivistico, qui presentato in appendice quasi interamente per la prima volta. Materiale tra cui si distinguono, per valore e unicità di testimonianza, numerose lettere autografe di Ettore Ferrari, figura di rilievo del panorama artistico e politico dell’Italia post unitaria.